Scopri la storia e le curiosità delle conserve sottolio e sottaceto. Prodotti pronti all’uso e perfetti per accompagnare pietanze, farcire focacce e panini, condire insalate di pasta o di riso, mettere insieme un buon antipasto in pochi minuti.
Conserve: sottolio e sottaceto, ecco la storia e le curiosità
Le conserve sottolio e sottaceto, come tutte le tipologie di conserve, nascono per sfruttare al massimo tutti i prodotti della terra e non sprecare i preziosi ingredienti estivi.
La conservazione sottolio e sottaceto, in passato, erano fondamentali soprattutto quando le tecniche agricole erano molto meno avanzate rispetto ad oggi.
Infatti gelate, grandinate e fenomeni atmosferici improvvisi spesso rovinavano i raccolti, lasciando le famiglie contadine senza cibo.
Le scorte dei sottolio e dei sottaceto erano fondamentali per far fronte i mesi più freddi.
Conserve sottolio: la storia
La conservazione in olio è una delle più antiche: i romani conoscevano già molte delle proprietà del prodotto, fra cui la sua capacità di preservare gli alimenti.
Infatti, in questo modo, gli ingredienti vengono isolati dal contatto con l’aria e si inibisce la proliferazione di batteri aerobi (come il cosiddetto “butulino”), che causa forte intossicazione con conseguenze poco piacevoli per l’organismo.
Si precisa che il rischio “butulino” riguarda le conserve (sottolio e sottaceto) soprattutto quelle fatte in casa, pertanto per evitarlo è importante sanificare bene gli strumenti,
sterilizzare i contenitori e creare un sottovuoto corretto o meglio affidarsi ai professionisti del settore.
Gli ortaggi prima di essere immersi nell’olio di oliva o di semi (che serve a coprire e conservare il prodotto), vengono cotti, salati o acidificati con aceto di vino o succo di limone.
Conserve sottaceto: la storia
Altro metodo molto utilizzato è quello della conservazione sottaceto.
Una pratica di origine remote, che inizia diffondersi parallelamente alla nascita dell’aceto, prodotto già nel 4000 a.C.,
Grazie ai babilonesi che lo preparavano a partire dai datteri o dall’uva, per utilizzarlo poi come condimento, conservante o anche disinfettante per l’acqua.
Fra i primi riferimenti scritti, quelli nel Vecchio Testamento, ma è difficile delineare luogo e data di nascita precisi di questa specialità, prodotta nel tempo in tanti Paesi con ingredienti diversi, dall’uva alle mele, dal malto al pomodoro.
L’aceto al tempo dell’Antica Roma: acetaria, moretum, posca
Un ruolo fondamentale l’aceto lo gioca nell’Antica Roma, dove era diffusa l’abitudine di lasciare a ogni commensale una ciotolina piena di aceto.
L’acetabulum, così che l’ospite potesse inzupparvi il pane o sciacquarsi mani e bocca fra una portata e l’altra.
Ne parla anche Apicio, che racconta dell’acetaria, un’insalata di verdure e frutta condita con salse a base di aceto, e cita anche il moretum, antenato del pesto fatto con erbe, formaggio, sale, olio e aceto.
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Rappresentava, infine, l’ingrediente protagonista della posca, bibita dissetante composta da acqua e aceto e venduta nelle strade.
Consumata soprattutto dai legionari (sembra sia proprio questa la bevanda che i soldati romani offrirono a Gesù sulla croce).